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AUTISMO: RICONOSCERE I CAMPANELLI D’ALLARME PER UNA DIAGNOSI PRECOCE

Autismo

16 Aprile 2018

Il 2 Maggio 2017 a Saronno, all’interno del ciclo di conferenze “I martedì del Polo” organizzata dal Polo Saronnese di Psicologia, si è tenuta la serata “Disturbi dello Spettro Autistico: riconoscere i campanelli d’allarme per una diagnosi precoce” promossa da Tarakos, équipe multidisciplinare che si occupa di interventi psico-educativi rivolti a bambini con una diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico.

La serata è stata condotta dalla Dott.ssa Sara Volontè,  educatrice specialista in Pedagogia Clinica con Master in Analisi del Comportamento Aplicata ai Disturbi dello Spettro Autistico e referente di Tarakos, e dalla Dott.ssa Francesca Volontè, Psicologa dell’età evolutiva e specializzanda presso la scuola di specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale per l’Infanzia e l’Adolescenza “Humanitas”.

Dopo una prima definizione diagnostica del Disturbo dello Spettro Autistico si è cercato di definire alcune tappe dello sviluppo tipico che potessero aiutarci nella definizione dei campanelli d’allarme da identificare per un invio a personale specializzato.
La serata si è conclusa con alcune indicazioni sull’iter diagnostico e sul trattamento psico-educativo.
Disturbo dello Spettro Autistico: definizione diagnostica

È un disturbo del neurosviluppo che coinvolge principalmente 3 aree:
1.    linguaggio e comunicazione;
2.    interazione sociale;
3.    interessi ristretti e stereotipati.

La diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico viene solitamente formulata facendo riferimento al DSM-V (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) che definisce 2 categorie di sintomi:


1.    Deficit persistenti nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale in diversi contesti

  • Deficit nella reciprocità socio-emotiva.
  • Deficit nei comportamenti comunicativi non verbali usati per l’interazione sociale.
  • Deficit nel mantenimento e nello sviluppo di relazioni appropriate al livello di sviluppo.


2.    Comportamenti e/o interessi e/o attività ristrette e ripetitive

  • Eloquio, movimenti ed uso di oggetti stereotipato e/o ripetitivo.
  • Eccessiva aderenza alla routine, comportamenti verbali o non verbali ritualizzati, eccessiva resistenza ai cambiamenti.
  • Fissazione in interessi altamente ristretti con intensità o attenzione anomale.
  • Iper- o Ipo-reattività agli stimoli sensoriali o interessi inusuali rispetto a certi aspetti dell’ambiente.

La diagnosi di “disturbo dello spettro autistico” richiede la presenza di almeno tre sintomi nella categoria dei “deficit della comunicazione sociale” e di almeno due in quella dei “comportamenti ripetitivi”.
E’ caratterizzato da un esordio nella prima infanzia ed è solitamente accompagnato da disabilità intellettiva e/o compromissione del linguaggio.
Il DSA viene diagnosticato circa 4 volte di più nei maschi rispetto alle femmine.
Secondo i dati diffusi il 1 aprile 2016 dal Centro Statunitense per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione (CDC), 1 su 68 bambini in età scolare rientrano nel disturbo delo spettro autistico.
In Italia non esistono dati ufficiali epidemiologici e le stime di prevalenza disponibili sono basate esclusivamente su sistemi informativi sanitari o scolastici.

Lo sviluppo socio-comunicativo
Per poter identificare un possibile Disturbo dello Spettro Autistico è importante conoscere:

  • le tappe di uno sviluppo infantile tipico,
  • i campanelli d’allarme per un approfondimento diagnostico.

Le tappe di un tipico sviluppo socio-comunicativo sono:
9 mesi

  • Segue con lo sguardo quando un familiare indica ed esclama “Guarda il... (un oggetto familiare).

12 mesi

  • Cerca di ottenere un oggetto fuori dalla sua portata chiamando l’attenzione di un familiare, indicando o verbalizzando e stabilendo un contatto visivo (attenzione condivisa).
  • Lallazione.
  • Gesti comunicativi (indicare, fare ciao con la mano,...).

15 - 18 mesi

  • Stabilisce contatto visivo quando parla con qualcuno.
  • Mostra attenzione condivisa (condivide l’interesse per un oggetto o attività).
  • Risponde in modo consistente al suo nome.
  • Risponde ad ordini semplici.
  • Dice “papà” o “mamma” con senso.
  • Altre parole semplici (16 mesi).
  • Ha il gioco simbolico (es. dare da mangiare alle bambole, far finta di parlare al telefono).
  • Risponde quando qualcuno indica un oggetto.
  • Porta oggetti all’adulto con l’unico scopo di mostrarli.

24 mesi

  • Utilizza spontaneamente frasi di 2 parole.
  • Imita azioni compiute da altri.
  • Mostra interesse per gli altri bambini.

E’ possibile identificare precocemente il disturbo?
Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che, già dai 12 mesi di vita, i bambini con autismo mostrano alcune caratteristiche atipiche nel comportamento e nella relazione con l’altro.
Tali indicatori precoci, non sufficienti di per se per formulare una diagnosi definitiva, rappresentano comunque dei segnali di allarme da riconoscere per una tempestiva presa in carico di questi bambini.


I campanelli d’allarme di un possibile DSA sono:
12 mesi

  • Scarso uso del contatto oculare: lo sguardo risulta sfuggente e poco sostenuto durante l’interazione.
  • Non risponde al nome.
  • Non usa la comunicazione gestuale (es.indicare, fare ciao con la mano).
  • Difficoltà nella comprensione del linguaggio altrui: a volte si può pensare che sia sordo.
  • Non mostra oggetti per condividere.
  • Incapacità nel condividere il piacere.

18 -24 mesi

  • Assenza di gesti protodichiarativi (indicare per interesse).
  • Mancanza nell’uso sociale dello sguardo.
  • Scarsa modulazione dell’espressione facciale nel comunicare le emozioni.
  • Assenza del gioco di finzione.
  • Ritardo o assenza del linguaggio (parole semplici ai 18 mesi e frasi di 2 parole ai 24 mesi).
  • Non mostra interesse per i bambini della sua età.
  • Non rispetta la reciprocità nei giochi (passarsi la palla, condividere del materiale, turnazione nel gioco).
  • Mancanza d’iniziativa in attività o giochi sociali.
  • Difficoltà a livello motorio: ipotonia, scarsa coordinazione motoria difficoltà nella motricità fine.
  • Stereotipie o manierismi di mani e dita.
  • Reazioni inusuali o mancanza di reazione a stimoli sensoriali.
  • Assenza dell’imitazione.

E’ importante sottolineare che per una possibile diagnosi non è sufficiente la presenza/assenza di alcuni di questi comportamenti ma è di fondamentale importanza definire l’intensità e la frequenza con cui questi comportamenti si manifestano.


Iter diagnostico e trattamento psico-educativo.
Nel caso in cui ci fosse un sospetto di DSA il bambino e la famiglia devono essere inviati ad un servizio specialistico nel quale sia presente un’équipe multidisciplinare formata da Neuropsichiatra infantile, Psicologa dell’età evolutiva e Logopedista.
L’iter diagnostico consiste in:

  • una raccolta di informazioni da più fonti (famiglia, scuola, attività nel tempo libero).
  • Osservazione diretta del bambino. 
  • Indagini strumentali e di laboratorio.

Una volta formulata la diagnosi è indicato inviare la famiglia verso dei servizi che offrano un trattamento psico-educativo per la presa in carico.
Come indicato dalle linee guida, l’intervento psico-educativo dovrebbe essere: precoce, intensivo, individualizzato e globale.
Tarakos offre un servizio di presa in carico basata sui principi e le tecniche dell’Analisi del Comportamento Applicata (ABA).
L’Analisi del Comportamento è la scienza che studia le interazioni tra individuo ed ambiente al fine di modificare i comportamenti socialmenti rilevanti.
Nelle Linee Guida per l’autismo, l’ABA viene considerata la più efficace nel migliorare le abilità intellettive, il linguaggio e i comportamenti adattivi.

Dott.ssa Sara Volontè
Dott.ssa Francesca Volontè