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IMPARARE A GIOCARE: l'importanza del gioco nello sviluppo del bambino.

09 Novembre 2018

Il gioco è una tappa fondamentale di sviluppo attraverso cui il bambino costruisce l’identità personale. Lo sviluppo del gioco procede con la crescita e stimola componenti affettive, motorie, cognitive e linguistiche.

Le prime attività di gioco che un bambino sperimenta sono prevalentemente sensoriali e sensomotorie guidate dall’adulto che si pone a lui in una relazione duale. Il bambino è concentrato sulla sperimentazione corporea, sull’esplorazione del proprio corpo e dell’oggetto. In questa fase il bambino è centrato su sé stesso senza preoccuparsi delle esigenze altrui.

Già da questi primi scambi comincia la sperimentazione dell’intersoggettività, definita come la co-costruzione di significati emotivi socialmente condivisi. Si impara quindi: lo scambio sociale, l’attesa, l’attenzione congiunta, l’emozione congiunta e la tolleranza alla frustrazione.

Crescendo il bambino comincerà ad arricchire le sue abilità sociali creando relazioni anche con altre persone (altri bambini, altre figure parentali, maestre etc.). Con lo sviluppo motorio e lo sviluppo del linguaggio il bambino troverà sempre più gratificazione nello scambio con l’altro.

Il gioco quindi si farà sempre più diversificato e complesso ed aumenteranno anche i tempi di attenzione, uscendo quindi da una fase di egocentrismo ed iniziando a porre più attenzione verso l’altro.

Emerge il gioco funzionale, il bambino inizierà ad imitare l’uso sociale dell’oggetto piuttosto che compiere azioni di tipo percettivo. In un primo momento il gioco funzionale verrà sperimentato direttamente ed esclusivamente verso l’oggetto, poi verso se stesso ed infine verso l’altro.

Nei primi anni di vita i bambini preferiscono una modalità di gioco solitaria. Successivamente, solitamente in età prescolare, cominciano ad osservare ed imitare gli altri bambini iniziando a giocare vicino a loro ma senza ancora condividere propriamente un gioco; ad esempio due bambini possono giocare entrambi con i lego pur non costruendo le stesse cose né condividendone i pezzi. Questa tappa si chiama gioco parallelo. Crescendo il bambino troverà sempre più piacere nello scambio con l'altro sviluppando quindi il gioco cooperativo. È nel momento in cui due bambini cominciano a condividere lo stesso materiale e saranno pronti a giocare insieme.

Successivamente a questa fase il bambino evolverà nel gioco simbolico che coinvolge aspetti più rappresentativi e più astratti del gioco convenzionale. Col tempo i giochi avranno sempre più una funzione sociale e si trasformeranno in giochi di regole e di squadra.

I bambini che presentano un Disturbo dello Spettro Autistico potrebbero presentare ritardi di acquisizione o distorsioni delle tappe di sviluppo del gioco rispetto a quelle descritte precedentemente.

Spesso, infatti, i bambini con autismo presentano un gioco ripetitivo e stereotipato con l’utilizzo dell’oggetto in maniera poco funzionale ma prevalentemente in maniera sensoriale o sensomotoria. l bambini sono attratti più da alcune caratteristiche fisiche dell’oggetto rispetto all’uso reale dello stesso (ad esempio possono prediligere pezzi di legno, tessuti, pezzi di carta rispetto a giochi più comuni che tendenzialmente utilizzano facendoli dondolare, sbattere facendoli girare o lanciandoli). Oppure utilizzando l’oggetto in maniera funzionale ma faticando a trovare differenti modi per utilizzare lo stesso oggetto (gioco di finizione).

Il gioco simbolico dei bambini con autismo è caratterizzato dall’imitare fedelmente scene del quotidiano o frammenti di cartoni animati che li hanno particolarmente colpiti piuttosto che dall’animazione e immedesimazione dei personaggi da animare tipica dei giochi di fantasia.

Possono presentarsi diverse situazioni di gioco nei bambini con autismo:

-gioco per auto-stimolazione: il bambino si procura sensazioni corporee direttamente col proprio corpo (es. dondolandosi, mordicchiandosi) o attraverso l’utilizzo di oggetti (es. toccare superfici). In questo gioco non c’è nessuno scambio con l’altro;

-assenza di gioco: ovvero quei bambini che non prendono iniziativa mostrando indifferenza nei confronti degli oggetti e del mondo esterno. Si parla di quella situazione in cui il bambino non tira fuori spontaneamente i giochi per giocare;

-situazione di inibizione di fronte al gioco: ovvero quei bambini intimiditi, bloccati di fronte al gioco e che aspettano un comando esterno per agire;

- situazione di gioco per verbosità: quando l’azione viene sostituita dalla parola rivolta a se stesso o ad un'altra persona a cui rivolge continuamente domande;

- situazione di gioco sfrenato: in cui il bambino passa da un gioco all’altro con scarso controllo ed è in continuo stato di eccitazione;

- gioco ripetitivo: lo svolgimento di un determinato gioco senza introduzione di variazioni.

Ci sono vari aspetti che possono influire sullo sviluppo del gioco: le abilità comunicative (sia in comprensione che in espressione), le difficoltà relazionali (non trovare piacere nello scambio sociale con l’altro) e la presenza di un campo di interesse ristretto e stereotipato dove spesso non vengono accettate variazioni che un altro bambino potrebbe portare all’interno del gioco.

Un bambino con difficoltà nelle aree sopra descritte o nell’area sociale potrebbe non acquisire spontaneamente le tappe di sviluppo del gioco. Ciò non significa che non potrà mai impararle.

Alla base dell’avvicinamento o meno ad un oggetto c’è la motivazione, elemento che supporta un apprendimento attivo stimolando l’iniziativa e la spontaneità. La motivazione è un elemento cruciale per interagire ed insegnare a tutti i bambini. È importante quindi trovare oggetti che stimolino l’interesse del bambino per poter attirare la sua attenzione ed aprire un canale verso l’apprendimento.

I bambini con autismo sono maggiormente attratti dall’ambiente fisico e dagli oggetti piuttosto che dalla motivazione di tipo sociale.

Molti bambini che mostrano poco interesse verso il gioco e che presentano una motivazione bassa rispondono positivamente a giochi detti “giochi sociali sensoriali” ovvero quei giochi che creano effetti fisici o sensoriali particolari come ad esempio bolle, palloncini, acqua, schiuma, giochi sonori, giochi causa-effetto.

Altri bambini rispondono positivamente a giochi fisici come il solletico, alzare e far girare o dondolare il bambino.

Molto importante per poter insegnare ad un bambino è trovare metodi affidabili che siano in grado di attirare la sua attenzione e motivazione. Il miglioramento nelle abilità di gioco e nella comunicazione promuoverà lo sviluppo sociale. È fondamentale inoltre enfatizzare i punti di forza e gli interessi del bambino affinché lo sviluppo delle sue aree più forti possa promuovere lo sviluppo delle aree più deboli.

 

Scritto da: Tarakos

 Bibliografia:

Wille A.M. Il ruolo del gioco in terapia psicomotoria, in psicomotricità, Anno II n. 02-Febbraio.

Sally Rogers Geraldine Dawson. Early Start Denver Model intervento precoce per l’autismo.

Wille A.M. Ambrosini C. Manuale di terapia psicomotoria dell’età evolutiva.

Cesarina Xaiz e Enrico Micheli. Gioco e interazione sociale nell'autismo.